Officinali da Premio Nobel

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La fitoterapia, nata e sviluppatasi quando ancora il metodo scientifico non era stato tracciato in tutte le sue imprescindibili componenti, ha subito una sua propria formulazione e codificazione, che non deve configurarla come medicina anti-scientifica ma piuttosto pre- o proto-scientifica”.
Questo pezzo tratto dal capolavoro Fitoterapia – Principi di Fitoterapia Clinica, Tradizionale, Energetica, Moderna, ci rivela come questa antica pratica, ritenuta la più antica modalità di cura dei mali che affliggevano la salute dell’essere umano, riconferma, per mezzo sempre delle piante officinali, il suo avanzare nell’era moderna nell’affrontare temi per i quali l’uomo ha osservato e sperimentato sin dai tempi più remoti i più la propria ricerca in rimedi utili alla salute e alla cura del dolore.
Questa volta, in chiave prettamente fisiologica, ma utilizzando sempre la stessa materia prima: le piante.
Infatti proprio ad inizio mese, il premio Nobel per la medicina 2021 è stato assegnato congiuntamente a David Julius, fisiologo dell’Università della California.
Le sue ricerche hanno permesso di identificare il recettore TRPV1, una proteina-canale che si attiva quando la temperatura sale oltre i 43°C, innescando un impulso nervoso, che determina la percezione di dolore nel nostro organismo collegata alle temperature elevate.
Complice della ricerca? Una delle piante officinali più apprezzate soprattutto nel campo alimentare: Il peperoncino (Capsicum annuum L.).
David Julius ha concentrato le sue ricerche sui meccanismi che permettono alle cellule di avvertire il calore, e su come questi si traducono in uno stimolo nervoso che arriva fino al cervello, questo grazie alla capsaicina, molecola presente nel peperoncino.

Di seguito riportiamo il link per leggere il focus. CLICCA QUI

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