Cambiamenti climatici: siccità e risorsa idrica in Italia

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Liquida, solida o gassosa, calda o gelata l’acqua è fonte di vita. Da essa derivano tutte le forme di vita presenti sul pianeta Terra compresa la nostra. L’acqua è parte essenziale anche del corpo umano, fornisce movimento, sostegno e supporto alle nostre cellule assicurandoci il benessere. Una risorsa indispensabile per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi della Terra, messa a rischio dai danni esercitati dall’antropocene e i cambiamenti climatici.

Il 97% dell’acqua presente sul pianeta Terra è di origine oceanica ed è salata,
il restante 3% è rappresentato dall’acqua dolce.

Il 2022 si è aperto con il problema della siccità nel distretto idrogeografico del Fiume Po e di buona parte dell’Italia centro-settentrionale. L’Osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici, confermano uno scenario di severità idrica per l’intero territorio nazionale diviso in:

  • Severità idrica alta per i distretti del fiume Po, delle Alpi Orientali e dell’Appennino Settentrionale
  • Severità idrica media per il distretto dell’Appennino Centrale (con trend in peggioramento, dato che il sud delle Marche è già in condizioni di severità alta.

Negli ultimi 30 anni (1991-2020) la  disponibilità di acqua si è ridotta del 19%
rispetto al trentennio 1921-1950

Cosa si ci aspetta per il domani? Quali saranno le tendenze e gli impatti a breve, medio e lungo termini dei cambiamenti climatici sul sistema idrogeologico, sulla disponibilità idrica, in uno scenario che vede l’impatto devastante dell’uomo sull’ambiente in una corsa senza tempo?

Dalle prime valutazioni effettuate dall’ISPRA a livello nazionale, si prevede una riduzione della disponibilità idrica che va dal 10% (in una proiezione a breve termine, in uno scenario dove ci sarà un approccio di mitigazione aggressivo nella riduzione delle emissioni di gas serra) al 40% nella proiezione a lungo termine (ipotizzando la crescita delle emissioni di gas serra si mantenga ai ritmi attuali).

Uno studio commissionato dalla EU nel 2007 sul potenziale risparmio idrico in Europa, ha stimato che il consumo d’acqua potrebbe aumentare del 16% entro il 2030 in uno scenario «business as usual», mentre l’utilizzo di tecnologie di risparmio idrico in ambito industriale e una migliore gestione dell’irrigazione in ambito agricolo potrebbero ridurre gli sprechi fino a oltre il 43%.

Sostenibilità, adattamento e consapevolezza, rappresentano le strade migliori per un processo che richiami alla reversibilità del danno attuale, ma se ancora una volta l’essere umano si finge sordo e ceco dinnanzi al disastro del presente, non resterà che presentarsi inermi dinnanzi alle risoluzioni della Madre Terra, in questo periodo ancora di più dilaniata e offesa sotto la falsa bandiera di un sentire ecologico.

Siccità e risorsa idrica: negli ultimi 30 anni (1991-2020) disponibilità di acqua ridotta del 19% rispetto al trentennio 1921-1950: clicca qui per leggere il comunicato stampa e la nota ISPRA

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