Guerra in Ucraina: la morsa della crisi agroalimentare in Italia

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Un medico che cura il sintomo e non la causa della malattia rivive l’ardito gioco del gatto che si morde la
coda. Il “Bel paese”, un territorio unico per la varietà di paesaggi e l’unicità di ognuno di questi nel rappresentare dei bacini fertili per la produzione di biodiversità alimentare, si ritrova nella morsa della crisi alimentare tra speculazioni finanziarie e cambiamenti climatici.
Il terribile scenario della guerra in Ucraina, mette in luce la vulnerabilità alimentare basata su sistemi al
collasso fili della produzione agricola intensiva.
La crisi dei mercati obbliga a scenari nefasti per le misure ambientale della politica agricola e del Green Deal europeo, ma pochi sanno che per quanto riguarda l’Italia gli effetti della guerra in Ucraina sui sistemi agroalimentari sono limitati solo ad alcune delle materie prime, in particolare mais e olio di semi di girasole.
Il primo destinato all’allevamento zootecnico, l’altro per uso alimentare umano.
Un paradosso, se pensiamo che il mais andrà utilizzato come mangime per allevamenti intensivi e l’olio può essere sostituito senza problemi per uso domestico e conserve dall’oliva, essendo l’Italia il primo produttore mondiale di questo.
La crisi alimentare dunque è figlia della guerra, o la causa è da ricercare altrove?
La speculazione finanziaria direziona la produzione di materie prime agroalimentari su modelli agricoli convenzionali atte a cancellare o ridimensionare le norme ambientali della nuova Politica Agricola Comune (PAC) e gli obiettivi delle due Strategie UE del Green Deal, “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”.
Il Governo Italiano ancora oggi, non ha promosso una vera transizione ecologica per l’agricoltura del parse verso sistemi a filiera corta.
Il vero incubo per i produttori è la crisi climatica, che attanaglia l’agricoltori in periodi di siccità e frequenza intensiva di eventi meteorologici estremi, con effetti nefasti per le produzioni agricole.
Lo scorso 28 Febbraio l’IPCC ha presentato il rapporto dedicato agli  “impatti, adattamento e vulnerabilità” connessi al cambiamento climatico”, identificando quattro categorie di rischi chiave in Europa. Chiarezza e smentire falsi miti, rappresentano strumenti utili per maturare consapevolezza nella partecipazione attiva, un pò come leggere il sintomo per chiarirne la causa.
Il vero e il falso della crisi alimentare nei 10 quesiti proposti dal WWF

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